13 – CANT DE LA SIBILLA
– Alghero (Nurra) –
Claudio Gabriel Sanna (veu i guitarra / voce e chitarra / voice and guitar)
Mariano Piras (viola de roda / ghironda / hurdy-gurdy)
Antonio Luiu (contrabaix / contrabbasso / contrabass)
Graziano Solinas (acordió / fisarmonica / accordion)
ITA
Dichiarato nel 2010 dall’Unesco “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, il brano, noto anche come Lo senyal del Judici, viene cantato nella cattedrale di Alghero immediatamente prima della messa natalizia di mezzanotte, detta la “Missa del Gall”. Il canto ha origine nell’alto Medioevo dai versi del Judicii signum e del Dies irae e veniva cantato in latino già nel X secolo in Francia, Italia e Spagna. Durante il XIII secolo si diffusero diverse versioni in volgare del canto, tra le quali sicuramente dieci in lingua catalana, complete di notazioni musicali. L’introduzione del canto in Alghero risale secondo alcuni studiosi al momento della conquista, avvenuta nel 1354, secondo altri al 1503, epoca del vescovado di Mons. Pere Parente de Jaen, primo vescovo di Alghero. Nelle cattedrali catalane, se si esclude Maiorca, questo canto era completamente scomparso ed è stato reintrodotto solo nel corso del Novecento, mentre ad Alghero non si è mai smesso di eseguirlo, nonostante fosse stato proibito dal Concilio di Trento in quanto pratica pagana.
L’interpretazione dei Càlic è fedele alla partitura melodica originale e coinvolge l’ascoltatore in un’atmosfera emotiva di rara bellezza, mantenendo intatto il fascino antico della tradizione religiosa, mentre l’armonia ne esalta l’austera aria di mistero e presagio. Il testo è importante anche sotto il profilo linguistico, in quanto presenta molti vocaboli antichi, non più in uso nel catalano moderno.
ENG
In 2010, the piece was designated by UNESCO as an “intangible cultural heritage of humanity”. Also known as Lo senyal del Judici, it is sung in Alghero cathedral immediately before the Christmas midnight mass, called the “Missa del Gall”. The song originates in the early Middle Ages from the verses of Judicii signum and Dies Irae and was sung in Latin as early as the 10th century in France, Italy and Spain. During the 13th century, various versions of the song spread in the vernacular, ten of which were certainly in Catalan, complete with musical notations. According to some scholars, the first appearance of the song in Alghero dates back to the time of the conquest, which took place in 1354; for others, it originated in 1503, the time of the bishopric of Mons. Pere Parente de Jaen, first bishop of Alghero. In Catalan cathedrals, if we exclude Mallorca, the song actually went out of use, only to be reintroduced in the 20th century, while in Alghero it has been performed regularly, even when it was prohibited by the Council of Trent as a pagan practice. The version performed by Càlic is faithful to the original melodic score and the listener is caught up in an emotional atmosphere of rare beauty that preserves the ancient charm of the religious tradition, while the harmony enhances its austere air of mystery and foreboding.The text is also important from a linguistic point of view, as it contains many archaic words, no longer used in modern Catalan.
Al jorn del Judici
parrà qui haurà fet servici. Un Rey vindrà perpetual vestit de nostra carn mortal del cel vindrà tot certament per fer del segle jutjament.
Ans que el judici no serà
un gran senyal se monstrarà lo sol perdrà la resplendor la terra tremirà de por.
Aprés se badarà molt fort amostrant-se de gran conhort a mostrar-se amb bris i trons les infernals confusions.
Del cel gran foc devallarà, com a sofre molt podirà
la terra cremarà amb furor
la gent haurà molt gran terror. (…) Llavors ningù tindrà talent de or, riqueses, ni argent esperant tots quina serà
la sentència que es darà.
(…) Après vindrà terriblement lo Fill de Deu omnipotent,
qui morts i vius judicarà qui bé haurà fet allí parrà. (…) Al jorn del Judici parrà qui haurà fet servici.
Il giorno del Giudizio
apparirà chi avrà operato bene.
Un Re verrà perpetuale
vestito della nostra carne mortale dal cielo verrà certamente
per fare del secolo giudizio.
Prima che ci sia il giudizio
si mostrerà un grande segnale il sole perderà lo splendore
la terra tremerà di paura.
Poi si aprirà molto fortemente mostrandosi di gran conforto mostrarsi con vento e tuoni
le infernali confusioni.
Dal cielo un grande fuoco scenderà come zolfo puzzerà
la terra brucerà con furore
la gente avrà un gran terrore. (…) Allora nessuno avrà talento di oro, ricchezze, né argento tutti attendendo quale sarà
la sentenza che si darà. (…) Poi verrà terribilmente il Figlio di Dio onnipotente, che morti e vivi giudicherà
chi avrà fatto bene lì apparirà. (…) Il giorno del Giudizio apparirà chi avrà operato bene.
On Judgment day
whosoever has done good deeds will appear.
An immortal King will come clothed in our mortal flesh
from heaven He will certainly come to pass judgment on the century.
Before judgment is passed a great sign will appear the sun will cease to shine
the earth will tremble with fear. Then it will be violently split asunder offering consolation
showing itself with wind and thunder infernal confusion.
From heaven a great fire will descend it will smell like sulphur
the earth will burn with fury people will be terrified.
(…) Then no one will have talents of gold, riches, or silver,
everyone waiting for what sentence will be passed.
Then the Son of Almighty God
(…) will come in a terrible manner, who will judge the quick and the dead
whosoever has done good deeds will appear. (…) On Judgment day
whosoever has done good deeds will appear.